Fidarsi è bene, affidarsi è meglio

Come deve essere un ufficio a norma di legge

Scritto da Vincenzo Moschetto | 30 November 2023

Illuminazione, ricambio o riciclo dell’aria, temperature confortevoli, arredi ergonomici: di questi e altri aspetti tratta un nuovo documento Inail denominato Progetto RAS che analizza il rischio architettonico negli ambienti di lavoro suggerendo di partire dalla progettazione architettonica per realizzare luoghi in cui lavorare bene.

L’interazione Uomo-Ambiente

La norma di riferimento sul tema degli ambienti di lavoro è il Regolamento (UE) n. 305/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 Marzo 2011, che ‘fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione del 9 marzo 2011 e che abroga la direttiva 89/106/CEE del Consiglio” è un regolamento che introduce disposizioni e requisiti, concernenti ‘non soltanto la sicurezza degli edifici e delle altre opere di costruzione, ma anche la salute, la durabilità, il risparmio energetico, la protezione dell'ambiente, gli aspetti economici ed altri aspetti importanti di tutela del pubblico interesse’.

Alla base c’è il concetto di "interazione uomo-ambiente" che nella disciplina della sicurezza sul lavoro rappresenta un elemento essenziale nella valutazione e nella gestione dei rischi nei contesti lavorativi. Si riferisce alla dinamica che si verifica quando i lavoratori interagiscono con l'ambiente fisico che li circonda all'interno del luogo di lavoro.

Prima di tutto, deve essere sicuro rispetto agli infortuni che possono riguardare l’utilizzo dell’attrezzatura, gli impianti stessi (elettrico, idraulico, eccetera), ma anche confortevoli.

Infatti, questa “interazione uomo-ambiente” non riguarda solo l’attività lavorativa diretta, ma anche il contesto: le condizioni climatiche, l’illuminazione, i processi di lavoro e la loro ottimizzazione. Questo include la creazione di spazi ergonomici, il controllo del rumore, la gestione delle temperature e dell'umidità, oltre all'adozione di misure preventive per evitare incidenti e infortuni.

 

Come devono essere gli uffici a norma di legge: analisi del rischio architettonico

La prima valutazione da fare riguarda proprio la struttura dell’edificio: il rischio architettonico riguarda principalmente la valutazione e la gestione dei pericoli e dei fattori di rischio che derivano dall'ambiente fisico e dalle caratteristiche architettoniche di un luogo, ed è un aspetto chiave nella sicurezza e nella salute sul luogo di lavoro. Gli aspetti principali del rischio architettonico comprendono la stabilità strutturale degli edifici, la sicurezza antincendio, l'accessibilità e l'ergonomia, la qualità dell'aria interna e l'illuminazione, il comfort termico, l'isolamento acustico e la gestione dei percorsi e dei flussi di persone. La valutazione del rischio architettonico mira a identificare le potenziali minacce legate a questi aspetti, sviluppando quindi strategie per ridurre o eliminare tali rischi al fine di garantire un ambiente di lavoro sicuro, confortevole e adatto alle esigenze degli occupanti. La comprensione e la gestione efficace del rischio architettonico sono fondamentali per promuovere la sicurezza sul luogo di lavoro e il benessere dei lavoratori. 

La normativa comunitaria riconosce che “i requisiti ritenuti essenziali per le opere da costruzione riguardino centralmente sicurezza, salute e comfort degli occupanti” e questo conferma quali sono le condizioni fondamentali per “assicurare attraverso gli edifici la qualità della vita degli occupanti”. 

Poi però ci sono anche tutti gli aspetti connessi al benessere, non solo alla salute.

 

Valutazione del rischio architettonico e benessere del lavoratore

Parlando del Regolamento dell’Unione europea, il documento Inail parla del benessere del lavoratore come una componente che “pur rappresentando una classe di esigenza a sé, va considerata una condizione che, per varie ragioni, incide fortemente sulle condizioni di sicurezza dei fruitori dell’organismo architettonico”. 

Un passaggio significativo del documento afferma: “L’insieme delle condizioni relative al benessere fisiologico e psicologico degli utenti, nella fruizione del sistema edilizio, condiziona le prestazioni umane nello svolgimento delle proprie attività, producendo, in caso di situazioni di discomfort, un abbassamento delle capacità fisiche e mentali, col conseguente aumento dei livelli di esposizione ai rischi”.

 

Quali sono le condizioni di sicurezza e benessere in ufficio

  • Comfort delle condizioni termo-igrometriche (temperatura e umidità)
  • Condizioni visive (illuminazione naturale e artificiale, anche in considerazione dell’utilizzo di schermi): la luce sbagliata (troppo scarsa, ma anche troppo abbagliante oppure orientata male) può determinare un affaticamento visivo con consequenziale presenza di mal di testa
  • Controllo della rumorosità: gli stimoli sonori possono disturbare la concentrazione
  • Arredi bassi (così non c’è la necessità di movimentare pesanti faldoni in alto)
  • Postazioni ergonomiche (sedie, altezze conformi di scrivanie e schermi)
  • Qualità dell’aria: quanto più un ambiente è affollato, tanto più è opportuno il controllo della ventilazione attraverso aperture delle finestre oppure la ventilazione meccanica
  • Funzionalità degli spazi interni e analisi della loro percorribilità, ad esempio per evitare inciampi in caso di passaggio (dettaglio particolarmente importante nel caso si necessiti una evacuazione)
  • Funzionalità deli spazi esterni, ad esempio i parcheggi. L’Inail, infatti, sottolinea l'importanza di studiare anche le aree esterne, inclusi i percorsi, gli accessi e i flussi di persone e veicoli, poiché questi contribuiscono in modo significativo alla sicurezza e al benessere degli utenti.

 

Concludendo questo concetto, possiamo citare il documento dove spiega che il benessere psicologico è “connesso alla capacità di un ambiente di evitare possibili cause di stress, e cioè di sovraccarico o sottocarico di stimoli provenienti dall’ambiente per gli utilizzatori in rapporto, per esempio, a condizioni quali la difficoltà di orientamento spaziale e temporale, il controllo e la qualità della dimensione emozionale degli spazi, la maggiore o minore capacità di uno spazio di favore processi cognitivi come l’attenzione e la concentrazione”.

 

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