Sempre più imprese manifestano una crescente sensibilità nei confronti degli impatti ambientali, economici e sociali legati alle tecnologie. Tuttavia, la carenza di strumenti pratici per implementare strategie sostenibili complica la transizione verso attività più ecologiche.
Da qui sorge la necessità di codificare le best practices per l'adozione di strategie digitali sostenibili, attraverso la nuova prassi UNI/PdR 147:2023 (disponibile gratuitamente qui), il primo documento europeo sviluppato da UNI, l’Ente Italiano di Normazione, con la Fondazione per la Sostenibilità Digitale, per valutare proprio la Sostenibilità Digitale nei progetti di trasformazione digitale, coerentemente agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030.
Su diciassette obiettivi, la prassi ne prende in considerazione 11, insieme ad un set di 58 indicatori di performance (KPI), che permetteranno alle organizzazioni di allineare i loro progetti di trasformazione digitale ai Sustainable Development Goals e a specifici requisiti relativi alle componenti infrastrutturali, architetturali e applicative, attraverso una check list con la quale confrontarsi in tutte le fasi del ciclo di vita dei progetti stessi.
Tale metodologia di analisi è stata sviluppata con lo scopo di andare oltre il principio "Do No Significant Harm" (DNSH), individuato nell’accordo di Parigi (Green Deal europeo) per i piani nazionali di Next Generation Europe. Questo principio richiede alle organizzazioni di adottare misure adeguate per evitare o minimizzare danni significativi o irreversibili causati dalle loro iniziative.
La gestione responsabile dei progetti di trasformazione digitale, con potenziali impatti sull'ambiente, sull'economia, sulla salute, sulla società e sui diritti umani, deve superare gli impatti negativi e perseguire un processo di miglioramento continuo.
Per fare ciò, occorre sviluppare un modello in cui il digitale si inserisca come abilitatore di processi di governance di sostenibilità, utilizzando la tecnologia come fattore positivo abilitante.
Digitalizzazione e sostenibilità sono le sfide chiave del nostro tempo e contemporaneamente due concetti che convergono sempre più: non è più possibile, infatti, scorporare le tendenze digitali dalle tendenze della sostenibilità e, “fare impresa” in maniera sostenibile e grazie alla digitalizzazione, consentirà alle aziende di creare valore per tutte e tre dimensioni della sostenibilità: ambientale, sociale ed economica.
All’interno della prassi UNI 147:2023 troviamo, grazie alla Fondazione Sostenibilità Digitale (FSD), la seguente definizione di sostenibilità digitale:
“La sostenibilità digitale è l’approccio che definisce il ruolo sistemico del digitale rispetto alla sostenibilità, guardando ad esso da una parte come strumento di supporto per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, dall’altra come elemento da indirizzare attraverso criteri di sostenibilità. In questo duplice ruolo, la sostenibilità digitale riguarda quindi le interazioni della digitalizzazione e della trasformazione digitale rispetto a sostenibilità ambientale, economica e sociale.”
In particolare, la sostenibilità digitale:
- può contribuire a ridurre l’impatto ambientale delle tecnologie digitali, ad esempio utilizzando energia rinnovabile, riducendo la generazione di rifiuti e migliorando l’efficienza energetica.
- può contribuire a migliorare la sostenibilità sociale, ad esempio garantendo che tutte le persone abbiano accesso alle tecnologie digitali e che le tecnologie digitali siano utilizzate in modo equo e non discriminatorio.
- può contribuire a migliorare la sostenibilità economica, ad esempio creando nuovi posti di lavoro, aumentando la produttività e migliorando la qualità della vita.
Nell'implementazione di questa prassi, i responsabili dei progetti giocano un ruolo fondamentale nell'assicurare il conseguimento degli obiettivi di sostenibilità digitale e devono possedere le competenze necessarie (green skills) per coordinare efficacemente le attività dei progetti in questa direzione.
Tre sono le fasi che un'organizzazione che desidera intraprendere un processo di trasformazione orientato alla sostenibilità deve affrontare:
Seguendo il modello di sviluppo proposto, le “limitazioni” ambientali, economiche e sociali imposte dalla necessità di rispettare i criteri di sostenibilità devono essere trasformate in opportunità di crescita e sviluppo, anziché essere percepite solo come costi e ostacoli alla crescita aziendale.
In questo processo, la digitalizzazione (intesa come impatto dell'IT sui processi) da un lato e la trasformazione digitale (intesa come ridefinizione dello scenario socio-economico di riferimento indotta dalla pervasività del digitale) dall’altro, devono essere considerate elementi abilitanti del percorso di cambiamento orientato alla sostenibilità.
In questa cornice la prassi UNI/PdR 147:2023 rappresenta una roadmap preziosa e completa per tenere attivo il focus della sostenibilità come filo conduttore delle scelte progettuali delle imprese, garantendo loro uno strumento di misura della loro sostenibilità digitale.
Per supportare le imprese nell’implementazione della prassi, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale sta implementando una piattaforma online, disponibile entro la fine di ottobre 2023, aperta a tutte le organizzazioni del settore pubblico e privato a cui si affiancheranno specifiche iniziative di formazione per le imprese.