La Corte di Cassazione ha recentemente emesso una sentenza che pone al centro la figura del preposto all'interno di un'impresa, delineando la maggior importanza attribuita dal legislatore , in particolare a seguito della modifica all'art. 19 del D. Lgs. n. 81/2008 con la legge 215/2021 che ha ampliato i compiti del preposto, assegnandogli il dovere di intervenire per correggere comportamenti non conformi alle norme di sicurezza e di interrompere le attività rischiose, con l'obbligo di informare i superiori in caso di mancanza di adeguati dispositivi di sicurezza.
Nel caso in esame, il preposto è stato giudicato colpevole per la morte di un lavoratore durante la rimozione di lastre di eternit poste sulla copertura di alcuni capannoni industriali.
La sua negligenza nel garantire la sicurezza contro le cadute dall'alto ha portato al tragico incidente. Il preposto ha, infatti, permesso la prosecuzione delle attività, culminata nel sinistro, nonostante l'assenza nel cantiere di idonee misure di protezione contro la caduta dall’alto, sia di tipo collettivo che individuale.
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dall'imputato, sottolineando la sua qualifica di preposto al momento dei fatti. La sentenza conferma il ruolo centrale del preposto nelle dinamiche aziendali, evidenziando le sue responsabilità nell'agire proattivamente per garantire la sicurezza sul lavoro.
La Corte di Appello ha confermato la condanna del preposto a due anni e sei mesi di reclusione per violazione degli articoli 589 c.p., commi 1 e 2, e 61 c.p., n. 3 accertandone la responsabilità di preposto e capocantiere durante i lavori di rimozione di lastre di eternit.
Il lavoratore ha perso la vita a causa di una caduta dall’alto e la mancanza di dispositivi di protezione adeguati è stata riconosciuta come violazione delle norme di salute e sicurezza sul lavoro.
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'imputato, confermando la decisione della Corte di Appello. Ha sottolineato che il preposto, al momento dei fatti, ricopriva consapevolmente la qualifica assegnatagli dal Piano Operativo di Sicurezza (POS), fatto confermato da varie testimonianze, inclusa la presenza di corsi di formazione effettuati per svolgere la funzione di preposto.
La Corte di Cassazione ha chiarito che non spetta a essa sovrapporre la sua valutazione a quella dei giudici di merito, ma verificare se siano stati considerati tutti gli elementi a disposizione.
La sentenza mette in evidenza la responsabilità individuale, ma non solo, nelle organizzazioni per garantire la salute e sicurezza sul lavoro.
Il preposto, definito dall'art. 19 del D. Lgs. n. 81/2008, ha il dovere di intervenire e interrompere le attività non conformi alle normative di sicurezza. La decisione della Corte ribadisce che la salute e sicurezza sul lavoro sono una responsabilità condivisa, richiedendo azioni concrete da parte di tutti i membri dell'organizzazione, specialmente coloro in posizioni di responsabilità.
[Corte di Cassazione Penale Sezione IV - Sentenza n. 46855 del 22 novembre 2023]