Molte persone cercano lavoro e molte aziende ricercano personale qualificato. Allora perché domanda e offerta di lavoro non si incrociano? Con l’evoluzione delle aziende, la digitalizzazione e l’inserimento rapido di tecnologie che si è verificato negli ultimi anni con lo scopo di aumentare la produttività nelle aziende, si è creato un mismatch, cioè un disallineamento, tra le competenze esistenti in possesso ai lavoratori e le reali competenze di cui le aziende necessitano.
Lo skill mismatch è l'incongruenza tra le competenze dei lavoratori al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro e le richieste effettive del mercato del lavoro.
Nelle aziende, questo fenomeno si manifesta quando le abilità, le conoscenze e le esperienze dei dipendenti non corrispondono in modo adeguato alle esigenze e alle aspettative dell'organizzazione o dell'industria in cui operano.
Ciò può accadere in due modi principali:
Lo skill mismatch può essere influenzato da cambiamenti tecnologici, evoluzioni del mercato, rapidi mutamenti nelle competenze richieste e lacune nei processi di reclutamento e selezione.
Per il disallineamento delle competenze la soluzione c'è: diffondere una cultura della formazione permanente.
Polistudio già mette in pratica questo approccio da anni attraverso la propria Academy aziendale trasformando il classico metodo formativo con lezioni frontali d'aula in una vera e propria learning experience che continua e si alimenta anche dopo l'azione formativa, promuovendo una maggior consapevolezza non solo dei lavoratori, ma di tutti i ruoli aziendali coinvolti nelle tematiche della salute e sicurezza sul luogo di lavoro e tutela dell'ambiente.
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Se da una parte le maggiori competenze "mancanti" che rappresentano questo mismatch sono di tipo digitale e afferiscono alla capacità di mettere in pratica una comunicazione sempre più efficace in questa “rivoluzione digitale” in crescita esponenziale; dall’altra, in ambito HS&E, ci ricordano che fare prevenzione in materia di salute, sicurezza e ambiente, significa anche e soprattutto comunicare: un rischio lavorativo, un impatto ambientale, un comportamento virtuoso, ecc.
Affinché questa comunicazione possa essere realmente efficace, è necessario sviluppare le proprie migliori abilità comunicative utili a far leva vincente nella mente e nel cuore dei rispettivi interlocutori.
Ecco perché abbiamo ideato, in collaborazione con Learning Experience questo innovativo Corso "Comunicazione efficace in ambito HS&E" in partenza il prossimo 27 settembre.
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Ma le competenze necessarie non sono solo quelle comunicative.
Lo sono al pari quelle legate a temi come il benessere organizzativo, la sostenibilità, la gestione di valore della catena di fornitura e, più in genere, degli stakeholder.
Se lo sviluppo sostenibile è infatti oggi giorno uno strumento irrinunciabile in tutti i contesti, individuali, organizzativi e istituzionali, la tutela consapevole della salute e sicurezza ne è parte fondante (ambito sociale).
La sostenibilità, infatti, concetto che si declina nei tre ambiti, economico, ambientale e sociale, in quest'ultima accezione riguarda proprio la tutela della salute e sicurezza dell'individuo, il rispetto delle diversità, l'inclusività, l'equilibrio tra lavoro e vita privata, tutto ciò che possa assicurare a ciascuno una buona qualità di vita e che permetta di generare e restituire valore alla comunità locale proprio in termini di risorse e competenze.
La formazione, quindi, gioca un ruolo cruciale nel colmare i divari di competenze esistenti e nell'adattare i dipendenti alle evoluzioni, dentro e fuori l'azienda.
Un approccio strategico alla formazione può includere diverse fasi:
La partecipazione attiva dei dipendenti nella pianificazione della loro formazione è essenziale. Consentire loro di scegliere percorsi di sviluppo basati sui loro interessi e talenti può aumentare la motivazione e l'efficacia del processo di apprendimento.
Infine, l'azienda dovrebbe valutare costantemente l'impatto della formazione sulle prestazioni dei dipendenti e apportare eventuali aggiustamenti. Il monitoraggio continuo assicura che i programmi formativi siano allineati alle esigenze mutevoli e che le competenze sviluppate siano coerenti con gli obiettivi aziendali.
Bilanciare le competenze in azienda è di fondamentale importanza per garantire la crescita sostenibile e il successo nel panorama aziendale in continua evoluzione.
Un equilibrio tra le competenze dei dipendenti e le esigenze dell'azienda favorisce la produttività ottimale e la performance efficace. Quando le competenze sono allineate alle sfide aziendali, i risultati includono un miglioramento della qualità del lavoro, tempi di consegna più brevi e una maggiore innovazione.
Un'azienda con un corretto bilanciamento delle competenze è un'azienda sostenibile che può adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato, poiché i dipendenti dispongono delle abilità necessarie per affrontare le nuove sfide e ogni persona sente di poter contribuire al patrimonio culturale comune al fine di mantenere e accrescere il valore aggiunto del capitale economico, sociale e ambientale.
Inoltre, un ambiente in cui le competenze sono valorizzate e utilizzate al massimo può aumentare la soddisfazione e l'engagement dei dipendenti, promuovendo la retention del personale e creando un vantaggio competitivo a lungo termine per l'azienda potendo contare su un capitale umano sempre ben informato e addestrato a svolgere il proprio lavoro al meglio.
Affrontare il problema dello skill mismatch richiede un approccio strategico, che può comprendere, come detto in precedenza, la formazione continua, il reclutamento mirato e la pianificazione delle risorse umane.
Attraverso un approccio sistematico alla formazione, l'azienda può creare un ambiente in cui i dipendenti acquisiscono e migliorano le competenze necessarie, migliorando la produttività, la qualità del lavoro e la competitività aziendale complessiva.