Una delle sfide più impegnative del nostro tempo è quella di far emergere la consapevolezza in tutti i lavoratori che siamo noi stessi i primi responsabili della nostra salute e sicurezza sul luogo di lavoro.
Ma come?
Datori di lavoro, professionisti HS&E, RSPP, tutte le figure aziendali coinvolte nella tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, sono tenute ad aggiornarsi e formare a loro volta i propri collaboratori o lavoratori dipendenti.
Il punto è che nella maggior parte dei casi questo obbligo è percepito come un peso, come un noioso adempimento al pari delle questioni burocratiche.
E proprio qui nasce un elemento di potenziale debolezza nella formazione: se subentra una forma di distacco e costrizione, i messaggi chiave potrebbero non essere recepiti in modo efficace. A catena, se importanti informazioni, nozioni o procedure in merito alla sicurezza sul lavoro vengono trascurate o dimenticate, potrebbero nascere problemi al verificarsi di una criticità.
Ecco perché sempre più aziende si interrogano sul come migliorare l’efficacia dei corsi di formazione previsti dal Testo Unico sulla Sicurezza, il D.Lgs. 81/08, superando l’impostazione della formazione d’aula con lezioni frontali per evolvere verso una metodologia di apprendimento più esperienziale.
Formazione sicurezza sul lavoro: normativa di riferimento
La prima cosa da tenere in considerazione è che i corsi sulla sicurezza sono obbligatori per legge.
Il datore di lavoro ha l'obbligo di formare e aggiornare ciascun lavoratore sui rischi correlati alle proprie mansioni e sulle possibili strategie e misure di prevenzione.
Il secondo dato importante da conoscere è che i formatori possono anche essere interni, ottimizzando i costi e garantendo maggiore partecipazione da parte di tutti i lavoratori che non devono spostarsi. Tuttavia, non basta l’esperienza a costruire un formatore della sicurezza vero e proprio. Vediamo quali sono, innanzitutto, i requisiti.
L’inquadramento normativo relativo ai formatori dei corsi sulla sicurezza
Il Decreto Interministeriale 06/03/2013 individua i requisiti necessari alla figura del formatore per la salute e sicurezza sul lavoro; le aree tematiche di competenza del docente-formatore; l'aggiornamento professionale del docente-formatore (art. 6 c. 8 lett. m-bis D.Lgs. 81/08). Il decreto indica:
- il livello di base che deve avere il docente-formatore in termini di conoscenza (diploma di scuola secondaria di 2° grado ed almeno uno dei 6 criteri elencati nel Decreto),
- l'esperienza in una o più aree tematiche (area normativa/giuridica/organizzativa; area rischi tecnici/igienico-sanitaria; area relazioni/comunicazione)
- la capacità didattica per fornire competenze e strumenti didattici efficaci nel promuovere cambiamenti comportamentali, cognitivi e sociali dei lavoratori.
Il terzo punto è particolarmente importante: avere la capacità didattica non significa solo “spiegare” un concetto per trasmetterlo ad altri, ma avere anche dei metodi efficaci per promuovere la cultura della sicurezza in azienda.
Come rendere la formazione D.Lgs.81/08 più efficace
L’apprendimento delle norme e delle procedure in materia di sicurezza sul lavoro possono risultare complesse e noiose da memorizzare a livello teorico.
Per questo, i corsi più efficaci si contrappongono alla formazione frontale tradizionale e anche i formatori non sono più coloro che salgono in cattedra e parlano per ore e ore interagendo poco o nulla con la platea di discenti.
I formatori sono sempre più facilitatori dell’apprendimento che elevano a valore fondamentale qualcosa che finora era stato percepito solo come obbligo formativo, trasmettendo contenuti ed esperienza attraverso la condivisione di conoscenze, la pratica ”sul campo” e il coinvolgimento del partecipante che, nel caso del lavoratore, si sente più partecipe e pro attivo, assimilando al meglio il valore della cultura della sicurezza.
La formazione sulla sicurezza sul lavoro diventa esperienziale
Abbiamo fatto solo alcuni accenni alla metodologia esperienziale che ora descriveremo più nel dettaglio.
La metodologia esperienziale affonda le proprie radici teoriche negli studi del Ciclo di David Kolb e nella Piramide dell'apprendimento di Edgar Dale e si arricchisce del valore aggiunto dato dall’esperienza vissuta, appunto.
L’esperienza, a sua volta, richiama in gioco le componenti cognitive ed emotive della persona dando, quindi, la possibilità di partecipare in modo attivo al processo di apprendimento, accrescendo la consapevolezza necessaria per la creazione di un ambiente di lavoro sicuro.
Il ruolo da protagonista che il discente si trova a rivestire, gli permette di attivare le sue stesse risorse, la creatività e la proattività, di esprimersi a livello emotivo, sviluppare capacità decisionali e di problem solving, fondamentali per l’identificazione dei rischi e la gestione delle situazioni di emergenza, aiutato nel suo percorso di apprendimento dal formatore, che, in questo contesto, assume più il ruolo di facilitatore.
Il metodo esperienziale garantisce un apprendimento efficace e completo con duplice vantaggio:
- Dal punto di vista dei lavoratori, la metodologia esperienziale è un modo innovativo e stimolante di fare formazione sulla sicurezza perché è più coinvolgente;
- Dal punto di vista dei titolari e delle figure che intervengono a vario titolo nella tutela della sicurezza, la formazione può essere recepita meglio generando un comportamento consapevolmente corretto nei lavoratori.
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