Fidarsi è bene, affidarsi è meglio

Nuova ISO/PAS 45005: Sicurezza sul lavoro in tempi di Covid-19

Scritto da Davide Biasco | 08 April 2021

La pandemia dell’anno scorso ha portato alla nascita di un nuovo standard internazionale per la gestione degli aspetti di salute e sicurezza sul lavoro correlati proprio a questa situazione: la norma ISO/PAS 45005 – “Occupational health and safety management — General guidelines for safe working during the COVID-19 pandemic”, ad oggi disponibile solo in lingua inglese.

Si tratta di una linea guida che, in generale, si prefigge lo scopo di essere di aiuto nel definire un approccio alle problematiche del Covid-19 che sia contemporaneamente completo ed adeguato al contesto lavorativo specifico.

 

ISO 45005 e ISO 45001: una lettura comparata

 

La prima premessa importante è che il documento NON è una norma certificabile: non è quindi possibile ottenere una certificazione conforme alla norma ISO 45005.

Si può eventualmente verificare il livello di soddisfazione dei requisiti da questa espressi nel modo condizionale (del tipo “l’organizzazione dovrebbe fare”), ma non di più. Al limite può essere utilizzata come riferimento volontario nell’ambito di una certificazione ISO 45001, come specificazione nell’applicazione delle misure anti-covid.

In altre parole, si può pensare ad un sistema di gestione conforme alla ISO 45001 che rispetti contemporaneamente le indicazioni contenute nella ISO 45005.

La struttura della linea guida si presta, tra l’altro, ad una lettura comparata con i requisiti della norma ISO 45001 per i sistemi di gestione sulla salute e sicurezza sul lavoro.

Si possono fare diverse considerazioni. Ne facciamo qui alcune puntuali senza nessuna aspettativa di esaustività o completezza.

 

Lavoro a distanza e condizioni dell’ambiente di lavoro

È interessante rilevare come nel caso del lavoro a distanza la linea guida preveda una preventiva verifica dell’idoneità delle condizioni domestiche nella disponibilità del lavoratore. La normativa cogente nazionale regolamenta questo aspetto quando è inquadrabile contrattualmente come “telelavoro”, ma se non si tratta esattamente di questo allora la questione non è così chiaramente definita e i corrispondenti obblighi di conformità non sono così esplicitamente espressi.

Anche la consultazione dei lavoratori e la mappatura degli stakeholder risulta enfatizzata rispetto ad una tradizionale ISO: essendo molteplici le valutazioni da effettuare in relazione alle decisioni organizzative da attuare, risulta particolarmente frequente l’esigenza di coinvolgimento degli RLS.

Anche l’individuazione degli stakeholder di riferimento ora risulta mutata: se prima i familiari dei lavoratori in un’analisi di contesto potevano apparire o meno, adesso entrano prepotentemente nel conteggio delle parti interessate perché intervengono pesantemente, con le loro condizioni di salute, ad influenzare le modalità operative del dipendente sia in azienda che in smart working.

Per quanto riguarda le condizioni degli ambienti di lavoro la linea guida offre un ricco elenco di aspetti da valutare perché poi possano prendere evidenza in quello che finora siamo stati abituati a considerare come protocollo anti-covid.

Da questo punto di vista la norma ISO 45005 può essere un utile strumento di verifica di quanto già attuato. Colpisce che tra le misure di prevenzione non siano citati i sistemi di filtrazione dell’aria già disponibili in commercio dallo scorso anno. Non si capisce se questa sia una svista nella redazione o una sfiducia verso questo tipo di sistemi di abbattimento dell’eventuale carica batterica.

 

Il benessere del lavoratore al centro

Inoltre, è particolare l’enfasi che la norma rivolge al benessere psicofisico del lavoratore nelle condizioni di esposizione diretta o indiretta al virus: sono previste una serie di misure per permettere un’adeguata informazione ed assistenza a quei lavoratori che si trovino nella necessità di svolgere lavoro da casa.

Spicca il focus sul concetto di inclusività, inteso come lo sforzo per agevolare tutte le situazioni che, per limiti specifici, possano esporre i lavoratori a situazioni di disagio o vero e proprio stress.

Il punto 6 della linea guida tratta in modo esteso l’esigenza di supporto psicologico ai lavoratori che si trovino in qualsiasi situazione in relazione al contagio. Se è vero che gli effetti sul lungo periodo di questa imposizione lavorativa (e di vita) li vedremo molto più avanti, allora il documento stimola l’utilizzatore a dare importanza agli aspetti psicologici del lavoro al fine di prevenire e contenere tutte le conseguenze prevedibili e non prevedibili.

Una più stretta valutazione del livello dello stress lavoro correlato, in quest’ottica, è auspicabile per permettere di monitorare aree di rischio che, potenzialmente, potrebbero svilupparsi in modo disomogeneo.

Anche la velocità di reazione al cambiamento è un aspetto rilevante preso in considerazione dalla linea guida: siamo stati purtroppo abituati a conoscere l’entrata in vigore dei differenti obblighi normativi contro il Covid in maniera molte volte inadeguata rispetto alla possibilità di reazione. Ecco che allora la norma considera anche questo aspetto e invita a fare le valutazioni più opportune in modo che le organizzazioni possano farsi carico anche di questi aspetti specifici.

In conclusione, la linea guida ISO 45005 può essere considerata uno strumento di riferimento utile a meglio definire ed organizzare i processi al fine di affrontare una più efficace convivenza con le conseguenze di questo virus.