Negli ultimi anni, il concetto di sostenibilità aziendale è emerso come un pilastro fondamentale per le imprese che aspirano ad un impatto positivo sul mondo che le circonda. Al centro di questo impegno si trova il bilancio di sostenibilità, uno strumento che va oltre la mera contabilità finanziaria, incorporando anche l'impatto sociale e ambientale delle attività aziendali. In questo articolo esploreremo il significato della sostenibilità aziendale, il ruolo del bilancio di sostenibilità e chi sono i soggetti obbligati a integrare pratiche sostenibili.
Cos'è la Sostenibilità Aziendale?
La sostenibilità aziendale si riferisce alla capacità di un'azienda di perseguire obiettivi economici, sociali ed ambientali, creando valore non solo per gli azionisti, ma anche per le comunità in cui opera, per i dipendenti, per l'ambiente e per la società.
Il Ruolo del Bilancio di Sostenibilità?
L’UE definisce il bilancio di sostenibilità o il reporting di sostenibilità come “l’integrazione volontaria delle questioni sociali ed ecologiche da parte delle aziende nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate”.
Integrare un bilancio di sostenibilità nelle pratiche aziendali non solo fornisce una panoramica completa delle performance aziendali, ma può anche guidare le decisioni strategiche, migliorare la reputazione aziendale e aumentare la fiducia degli investitori, dei clienti e dei dipendenti.
Il Bilancio di Sostenibilità mira a fornire informazioni affidabili e confrontabili sulle pratiche sostenibili delle aziende, rispettando le nuove metodologie di valutazione del rating bancario incentrate sugli investimenti ambientali e climatici. Questo obiettivo è enfatizzato dal rapporto del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili intitolato "Strategia e modello aziendale: guida alla rendicontazione secondo gli standard ESRS", che affronta questioni ambientali, sociali e di governance. Tale pratica consentirà alle aziende di dimostrare il loro impegno verso l'iniziativa Green Deal e di accedere a finanziamenti sostenibili con maggior facilità.
L’evoluzione del “Reporting di Sostenibilità” | Una direzione sempre più sostenibile
La crescente attenzione verso il modo di agire delle imprese e la loro capacità di generare impatti sulla società e sull’ambiente ha prodotto importanti sviluppi sul piano normativo. L'entrata in vigore in Italia del Decreto Legislativo 254/2016 e, più recentemente, della Corporate Sustainability Reporting Directive n. 2022/2464 (CSRD) hanno ampliato l'obbligo di rendicontazione a un numero sempre maggiore di imprese.
La CSRD, in particolare, introduce nuove specifiche per l'inserimento delle informazioni non finanziarie nella rendicontazione d'esercizio e promuove l'adozione di nuovi standard e linee guida sviluppati da EFRAG, come gli European Sustainability Reporting Standard (ESRS).
L'implementazione degli ESRS semplifica l'ingresso nei mercati finanziari. C'è una crescente necessità di dimostrare alle istituzioni bancarie che le imprese, sia quotate che private, possano guidare l'evoluzione verso la sostenibilità attraverso pratiche gestionali innovative. In questo modo migliorano la credibilità e la competitività delle proprie strutture organizzative. Questo approccio, evidenziato tramite la rendicontazione "non finanziaria", diventerà sempre più importante per la valutazione del merito creditizio, specialmente se le decisioni di credito bancario includeranno anche criteri ESG (ambientali, sociali e di governance).
Gli obblighi ESRS delle aziende comporteranno quindi la comunicazione degli impatti, dei rischi e delle opportunità a breve, medio e lungo termine in relazione alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance (in linea con i principi ESG), anche se tali obblighi saranno introdotti gradualmente.
Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive)?
La Corporate Sustainability Reporting Directive rappresenta un significativo cambiamento nelle pratiche di reportistica sulla sostenibilità (sostituisce la NFRD), enfatizzando l'importanza della trasparenza e completezza nella rendicontazione sulle questioni di sostenibilità, in linea con le tendenze globali che incorporano le considerazioni ESG nelle pratiche aziendali e in riferimento agli standard ESRS (Environmental and Social Responsibility Standard) sviluppati da EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) e GRI (Global Reporting Initiative).
In questo modo, le aziende devono assicurare coerenza e comparabilità con le altre realtà: la CSRD pone infatti un vincolo sulla scelta del framework per la stesura dei bilanci di sostenibilità, imponendo a tutte le aziende di adeguarsi alle nuove linee guida europee.
I paesi membri dell'UE devono adeguare il proprio diritto nazionale entro il 6 luglio 2024. L'adeguamento alla CSRD sarà implementato gradualmente nel periodo 2024-2029, principalmente basato sull'eredità della NFRD o sulle dimensioni delle imprese.
Tempistiche e obblighi per redigere il Bilancio di Sostenibilità
La direttiva 2014/95/UE, recepita solo alla fine del 2016 da parte del Parlamento e del Consiglio europeo, ha reso il bilancio di sostenibilità obbligatorio.
L’applicazione delle regole previste dalla Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) è già iniziata seguendo diverse fasi:
- dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese con più di 500 dipendenti
- dal 1° gennaio 2025 per le grandi imprese che, alla data di chiusura dell’esercizio, superino 2 dei seguenti 3 criteri: € 20 milioni di totale dell’attivo, € 40 milioni di ricavi netti, 250 dipendenti medi annui.
- dal 1° gennaio 2026 per le PMI e le altre imprese quotate.
- L’obbligo di presentare una relazione sulla sostenibilità si applicherà anche a tutte le imprese non europee che realizzano ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 150 milioni di euro nell’UE e che hanno almeno un’impresa figlia o una succursale nell’UE che supera determinate soglie.
Anche chi non è obbligato (con questa specifica direttiva) è indirettamente o direttamente coinvolto. Le imprese, anche se piccole o artigiani, potrebbero essere soggette all’obbligo di fornire informazioni sulla sostenibilità. La CSRD si basa sul principio della "catena del valore", il che implica che le grandi imprese che sono tenute a presentare il Bilancio di sostenibilità devono richiedere informazioni sulla sostenibilità ai loro fornitori, inclusi quelli di dimensioni più piccole. Questo approccio è finalizzato a promuovere la trasparenza e la responsabilità lungo l’intera catena di fornitura, contribuendo a una migliore valutazione e gestione degli impatti ambientali, sociali e di governance nell’intero ecosistema aziendale.
“Abbracciare” la Sostenibilità per il Futuro
Le direttive europee e l’aumento delle norme indicano che la sostenibilità aziendale non è più un'opzione. Alle aziende, grandi e piccole, è richiesto di adattarsi al cambiamento e abbracciare la sostenibilità come parte integrante della propria strategia aziendale.
Investire nella redazione di un bilancio di sostenibilità e nell'adozione di pratiche sostenibili non solo porterà benefici a livello reputazionale e di fiducia degli stakeholder, ma contribuirà anche a costruire un futuro migliore.
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