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Nuova-direttiva-macchine-cobot

Digitalizzazione e automazione sono entrati da tempo nelle aziende insieme a nuove macchine che hanno segnato l’evoluzione dei robot a cobot. In parallelo alla trasformazione tecnologica corre il binario della sicurezza dei lavoratori ed è particolarmente importante che non ci siano disallineamenti tra l’evoluzione normativa e quella tecnologica. Proprio per questo vogliamo parlare, oggi, dell’impatto delle applicazioni cobot nella nuova direttiva macchine o più correttamente nel Nuovo Regolamento Macchine.

Cosa sono i Cobot

La nuova generazione di robot, i cobot o co-robot sono macchine collaborative (in inglese collaborative robot). La loro peculiarità è la possibilità e capacità di interagire (appunto collaborare) con l’umano in uno spazio di lavoro.

La robotica collaborativa, utilizzata inizialmente nel settore automotive e chirurgico ma oggi di larga diffusione, è pensata per sostituire l’operatore umano nelle azioni ripetitive mantenendo precisione e velocità, anche sollevando gli operatori da problemi di salute legati al mantenimento di una postura non naturale per lungo tempo e alla movimentazione di oggetti pesanti.

I robot di precedente generazione, cioè quelli dello scorso decennio, erano macchine autonome che lavoravano in autonomia e venivano isolati dagli operatori umani da barriere (materiali ed immateriali) protettive. Oggi le macchine collaborative lavorano in maniera diversa, sono dotate di software di apprendimento e sensori di sicurezza che entrano in funzione in caso di contatto con gli addetti.

La complessità delle nuove macchine collaborative per l’industria è elevatissima sia dal punto di vista delle loro funzionalità che dal punto di vista della valutazione finalizzata a garantire la sicurezza dei lavoratori; in altre parole non è più una questione di mettere barriere tra uomo e macchina ma, al contrario, è il momento di agire su un diverso piano: quello dell’intelligenza digitale. Se a questo punto spostiamo lo sguardo sullo scenario normativo possiamo ben comprendere quale sia la difficoltà nel trovare una formula adeguata a proteggere l’operatore da un rischio che non è direttamente riconducibile a un oggetto ma al comportamento di esso. Di qui, la sfida della Nuova Direttiva Macchine.

Nuova Direttiva Macchine, o meglio Nuovo Regolamento Macchine

Innanzitutto, la Direttiva Macchine dal 21 aprile 2021 è stata “ribattezzata”: la Commissione Europea ha pubblicato la proposta ufficiale di revisione della Direttiva Macchine 2006/42/CE chiamandola “Nuovo Regolamento Macchine”. Il Regolamento è di stampo europeo e, sulla linea di quanto già accaduto per altri settori regolamentati (come, ad esempio, la privacy con il Regolamento GDPR), ha lo scopo di uniformare i requisiti di salute e sicurezza all’interno dei Paesi membri dell’UE e di aggiornare il quadro normativo tenendo conto proprio del rapidissimo progresso tecnologico (come appunto il learning machine o l’intelligenza artificiale) che riguarda le macchine ben prima della loro “messa in funzione” da parte dell’operatore. La sicurezza dei robot-cobot è un requisito che va garantito sin dalla loro progettazione.

Sul piano normativo siamo di fronte a un approccio che ha del rivoluzionario rispetto al quadro precedente: al centro del cambiamento c’è infatti una collezione di nuovi rischi derivanti dall’interazione uomo-cobot e dalla complessità degli algoritmi di Intelligenza Artificiale delle macchine.

I temi principali, al centro della sfida del Nuovo Regolamento Macchine, sono:

  1. La mobilità elettrica autonoma
  2. La sicurezza informatica

Quali sono gli adempimenti per le aziende che utilizzano i cobot

Come già avvenuto per il GDPR, proprio per essere flessibile rispetto alla rapida evoluzione della tecnologia digitale, l’UE offre un quadro normativo in sostituzione delle prescrizioni, confermando una approccio di compliance più che di adeguamento. Per questo, le aziende che utilizzano Cobot dovranno quindi come priorità la Valutazione del Rischio come documento da cui partire per costruire un ambiente sicuro per gli operatori.

Quali saranno le variabili da inserire nella valutazione del rischio cobot?

Qui la risposta univoca non c’è: dipende dalle applicazioni, dalle condizioni in cui il cobot opera, da quante persone vi entrano in contatto. Certamente, nella stragrande maggioranza dei casi si potrà ragionare su questi rischi:

  • Collisione o impatto a causa di malfunzionamenti o movimenti imprevisti
  • Schiacciamento o intrappolamento di arti
  • Guasti meccanici
  • Incidenti elettrici

I cobot sono tecnologie emergenti che si stanno diffondendo largamente, per l’ampiezza di applicazioni che hanno nell’industria. La tua azienda è pronta a cogliere la sfida?

Scoprilo nella nostra Guida!

 

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Lorenzo Baraldo

Scritto da   Lorenzo Baraldo

Direttore Tecnico. Dopo la Laurea in ingegneria meccanica (1999), ricopre il ruolo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione nella S.p.A. per la quale lavorava. Nel 2008 entra in una società di consulenza divenendo Responsabile d’area per il Nord-Est. Nel 2010 consegue la Laurea in Tecniche della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di Lavoro ed è oggi Docente a Contratto presso l’Università degli studi di Padova dove insegna Sicurezza nell’industria Manifatturiera al Dipartimento di Ingegneria Industriale e Rischio Meccanico al Dipartimento di Scienze CardioToraco-Vascolari e sanità pubblica. È autore di articoli per riviste specializzate e contribuisce alla redazione dei Quaderni della Sicurezza di AiFos.

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