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Prevenzione e Valutazione del Rischio Rumore

Quanto è importante la salute dell'udito? In questo articolo ci concentriamo sull'aspetto cruciale della prevenzione e della Valutazione del Rischio Rumore sul luogo di lavoro.Nonostante la normativa esistente, le criticità nella gestione della Valutazione del Rischio Rumore persistono e molte aziende devono ancora implementare efficacemente metodi che riducano le conseguenze dannose dell'esposizione al rumore.

Malgrado le molteplici innovazioni tecnologiche, infatti, una delle malattie professionali più denunciate è l’ipoacusia da rumore, specialmente negli ambienti produttivi.

 

La normativa sulla Valutazione del Rischio Rumore

Il Decreto legislativo 81/2008, il cosiddetto Testo Unico, fornisce linee guida chiare sulla Valutazione del Rischio Rumore e la protezione dei lavoratori.

Come indicato nel Titolo VIII “Agenti fisici” - Capo II del D.lgs. 81/08, ed in particolare nell’art. 190, il rischio è determinato non solo dal livello di rumore a cui i lavoratori sono esposti ma anche dalla durata dell’esposizione, dal contesto lavorativo in cui si verifica l’esposizione e dalla contemporanea presenza di altri fattori di rischio.

Nell’art.192 “Misure di prevenzione e protezionesi ricorda che in presenza di sorgenti di rumore occorre che il datore di lavoro elimini i rischi alla fonte o siano ridotti al minimo mediante le seguenti misure:

a) Adozione di altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione al rumore;

b) Scelta di attrezzature di lavoro adeguate, tenuto conto del lavoro da svolgere, che emettano il minor rumore possibile, inclusa l'eventualità di rendere disponibili ai lavoratori attrezzature di lavoro conformi ai requisiti di cui al titolo III, il cui obiettivo o effetto è di limitare l'esposizione al rumore.

c) Progettazione di adeguamenti della struttura dei luoghi e dei posti di lavoro;

d) Adeguata informazione e formazione sull'uso corretto delle attrezzature di lavoro in modo da ridurre al minimo la loro esposizione al rumore;

e) Adozione di misure tecniche per il contenimento: 1) del rumore trasmesso per via aerea, quali schermature, involucri o rivestimenti realizzati con materiali fonoassorbenti; 2) del rumore strutturale, quali sistemi di smorzamento o di isolamento;

f) Opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, del luogo di lavoro e dei sistemi sul posto di lavoro;

g) Riduzione del rumore mediante una migliore organizzazione del lavoro attraverso la limitazione della durata e dell'intensità dell'esposizione e l'adozione di orari di lavoro appropriati, con sufficienti periodi di riposo.

Il successivo art.193  "Uso dei dispositivi di protezione individualial comma 1 afferma che qualora i rischi derivanti dal rumore non possano essere evitati con le misure di prevenzione e protezione di cui all'articolo 192, il datore di lavoro fornisce i dispositivi di protezione individuali per l'udito conformi alle disposizioni.

 

Intervista con Andrea Bogi ad Ambiente Lavoro 2023

In un'intervista condotta ad Ambiente Lavoro 2023 a Bologna, è stato intervistato il dott.Andrea Bogi del Laboratorio di Sanità Pubblica AUSL Toscana Sud Est e membro del Portale Agenti Fisici, che ha evidenziato le criticità emerse dalla loro ricerca, presentata al convegno "dBA2023 Rischi fisici nei luoghi di lavoro", focalizzandosi sulle difficoltà nella valutazione del rischio rumore e nei programmi aziendali di riduzione dell’esposizione.

Bogi ha evidenziato, ad esempio, casi di errori gravi, come la falsa taratura dei fonometri, che portano a valutazioni del rischio inesatte e pericolose per i lavoratori. Inoltre, la mancanza di sensibilizzazione sugli strumenti disponibili per la valutazione e la prevenzione del rumore contribuisce alla persistenza delle criticità.

Nel mondo agricolo, ad esempio, la valutazione del rischio rumore spesso manca di realismo, creando giornate-tipo fittizie che non rispecchiano l'esposizione reale dei lavoratori al rumore in caso di utilizzo di grossi macchinari agricoli senza una periodicità ricorrente. 

Sarebbe opportuno compiere una valutazione ad hoc per ogni trattore agricolo rispetto quanto sia la sua emissione del rumore, quindi, determinare la necessità o meno dei DPI adeguati, come suggerito all'articolo 191 del Testo Unico "Valutazione di attività a livello di esposizione molto variabile” , in cui si parla proprio delle casistiche in cui non ci sia una periodicità fissa nella lavorazione. 

 

Valutazione del Rischio Rumore: gli effetti non-uditivi del discomfort acustico 

Occorre ricordare che esistono anche altri “effetti collaterali” prodotti dall’esposizione al rumore che non sono direttamente connessi con l’udito, come l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione, disturbi al sistema nervoso e neurovegetativo (vertigini ed emicrania).

Senza dimenticare che un’elevata esposizione al rumore produce la diminuzione della normale capacità lavorativa e, soprattutto, può contribuire all’aumento degli infortuni sul lavoro, in quanto può determinare una riduzione della percezione dei guasti meccanici e dei segnali di allarme, oltre che una diminuzione dell’attenzione degli operatori.

Nell’intervista citata al paragrafo precedente, Andrea Bogi ricorda che esistono tutta una serie di ambienti di lavoro in cui non ci sono delle sorgenti di rumore rilevanti e, quindi, dove, per fortuna, non si deve andare a ricercare il rischio di ipoacusia per i lavoratori. 

A quel punto è importante occuparsi del comfort acustico: cioè l’idoneità acustica dell’ambiente rispetto alle attività che si svolgono al suo interno.

Ad esempio, all’interno di uffici, ospedali, mense, sui mezzi di trasporto o nelle aule scolastiche. 

Per questo tipo di rilevazione non vale la metodica della procedura di calcolo del LEX 8 ore e nemmeno l’affermazione che “sotto gli 80 decibel va tutto bene”. 

Il rumore è un fattore di stress e lo stress insorge per livelli espositivi ben al di sotto della soglia di rischio per l’apparato uditivo, con effetti che sono anche in funzione del tipo di lavoro da svolgere, delle caratteristiche individuali, dell’interessamento di gruppi particolarmente vulnerabili interessati (ad es. bambini, anziani, ammalati).

Gli effetti del disagio dovuto al rumore eccessivo che non permette di comunicare o che può causare danni alla sicurezza oltre che alla salute, è un aspetto che quindi va parimenti misurato e valutato.

 

Soluzioni e miglioramenti futuri per la Valutazione del Rischio Rumore

In relazione al Rischio Rumore, l’obiettivo della Valutazione non è la mera quantificazione e misura dell’esposizione/rischio, ma la sua riduzione e la messa in atto di adeguate misure di prevenzione per tutte le lavoratrici e i lavoratori esposti o potenzialmente esposti nel corso del tempo.

Le misure devono essere tali da rimanere efficaci negli anni che intercorrono tra una valutazione e la successiva (di solito 4 anni in caso di agenti fisici).

Per migliorare la qualità della prevenzione e della Valutazione del Rischio Rumore, è essenziale l'azione concertata tra organi di vigilanza, consulenti e datore di lavoro, oltre che una formazione ad hoc degli stessi consulenti che si approcciano alla valutazione di questo rischio specifico e la previsione e attuazione di programmi di riduzione del rumore per i lavoratori, anch’essi parte fondamentale della valutazione dei rischi, ma molto spesso non menzionati. 

 

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Vincenzo Moschetto

Scritto da   Vincenzo Moschetto

Muove i primi passi professionalmente nel 1987 occupandosi di consulenza aziendale a tutto tondo. Consegue l’abilitazione alla professione di “Commercialista” nel 1992 presso l’Albo della provincia di Rovigo, dove risulta tuttora iscritto. Nel 2009 entra in Polistudio, dapprima come manager nell’area Finanza&Controllo, poi come Amministratore Delegato con compiti di Direzione Generale, ruolo che ha esercitato per oltre un decennio in contesti multinazionali, dal 2022 ricopre il ruolo di Amministratore Unico. Qui ha contribuito a sviluppare modelli di gestione e consulenza utili ad unire la Salute, la Sicurezza e l’Ambiente, integrati oggi nella sostenibilità e nella strategia per poterla implementare.

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