La recente introduzione del Ministero della Transizione Ecologica è l’ennesimo (quanto inequivocabile) segno della volontà delle Istituzioni di intraprendere azioni sempre più concrete per salvaguardare l’ambiente limitando sprechi, emissione di sostanze inquinanti e attuando una gestione degli scarti di produzione e rifiuti sostenibile.
Il primo passo verso un’economia circolare sempre più sostenibile è stato il D.lgs 116/2020, che recepisce una delle quattro Direttive costituenti il cosiddetto «Pacchetto Economia Circolare», apportando diverse novità in tema di rifiuti (definizioni in primis).
Le azioni da compiere in questa ottica di transizione possono partire proprio da un’analisi della gestione degli scarti di lavorazione nei processi produttivi.
A tal proposito, in questo articolo, voglio suggerire i passaggi da seguire per effettuare una corretta analisi volta a migliorarne la gestione complessiva.
Analisi di gestione degli scarti di produzione
1 – Ricostruire lo schema del ciclo produttivo
Prima di iniziare con qualsiasi altra azione, è necessario ricostruire nel dettaglio lo schema del ciclo produttivo usato in azienda, per avere un quadro chiaro di tutte le fasi produttive e dei relativi scarti di lavorazione prodotti.
2 – Analizzare il sistema di gestione attuale
Partendo quindi dallo schema del ciclo produttivo è possibile mettere nero su bianco come avviene la gestione attuale degli scarti in ogni singola fase e soprattutto capire le figure coinvolte per ognuna di queste.
3 – Individuare necessità e problematiche
Definita la gestione attuale per ogni fase risulterà più facile individuare problematiche ed eventuali necessità di miglioramento.
4 - Migliorare o ottimizzare la gestione degli scarti
Trovate necessità e problematiche, come migliorare la gestione degli scarti?
Questa è senz’altro la fase cruciale. Fino a questo momento non abbiamo parlato di rifiuti ma di scarti proprio perché, in base alle caratteristiche dello scarto e in presenza di specifici requisiti, lo scarto può
- essere riutilizzato all’interno del ciclo produttivo
- essere ceduto come sottoprodotto
- oppure essere definitivamente considerato come rifiuto e quindi destinato allo smaltimento.
Ricordo che, affinché uno scarto si possa configurare come sottoprodotto, si deve fare riferimento all’articolo 183, comma 1, lettera a), del D.Lgs 152/2006 che ne definisce i requisiti. In tal senso il sottoprodotto deve:
- trarre origine da un processo di produzione senza però rappresentarne l’output primario desiderato
- essere riutilizzato nello stesso o in un successivo ciclo di produzione o di utilizzazione anche da soggetti terzi, dimostrabile in modo inequivocabile e (o sottoscrivendo, ad esempio, un contratto con il possibile acquirente compilando le schede di conformità)
- il suo riutilizzo può avvenire senza ulteriori lavorazioni o trattamenti rispetto alla normale pratica industriale
- l’ulteriore utilizzo è legale e non impattante sull'ambiente o la salute umana.
Per saperne di più leggi “Gestione Rifiuti: normativa per la qualificazione dei sottoprodotti”.
5 – Mappatura dei processi di gestione documentale e controllo
Per ogni fase del processo produttivo sarà poi utile capire quali sono gli adempimenti richiesti e gestirne la parte documentale.
6 – Implementare le opportune procedure di gestione
Altro step fondamentale consiste nell’implementare un sistema di gestione (meglio se certificato) che rappresenterà un ottimo strumento per migliorare la gestione ambientale in azienda.
7 – Mantenimento della conformità acquisita
Indispensabile infine sarà implementare attività di monitoraggio e controllo per garantire e mantenere la conformità nella gestione.
Ecco ulteriori approfondimenti sul tema nel nostro blog:
- Nuovo Decreto Rifiuti 116/2020: le Responsabilità nella Gestione
- Normativa Gestione Rifiuti Aziendali: la riforma del Decreto 116/2020
- Classificazione dei Rifiuti e prime novità del Decreto 116/2020
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