Si è conclusa da poche settimane la Campagna INAIL su disturbi muscolo scheletrici 2020-2022. I dolori muscolo-scheletrici (DMS) sono una categoria di disturbi del sistema muscolo-scheletrico, come mal di schiena, collo, spalle, braccia e mani, causati da attività lavorative ripetitive o stati di sollecitazione prolungata. Possono essere causati da posture scorrette, movimenti ripetitivi, sollevamento di carichi pesanti, vibrazioni e stress psicologico. Il trattamento dipende dalla causa specifica del dolore, ma può includere esercizi di riabilitazione, cambiamenti nella postura e nell'ambiente di lavoro, e l'utilizzo di farmaci antidolorifici.
Secondo i dati Inail, soffrono di DMS cinque milioni di lavoratori italiani prevalentemente nei settori come l’agricoltura, le costruzioni e il manifatturiero, seguiti da commercio e trasporti. Ma i settori sono in crescita: i lavoratori digitali non ne sono certo esenti.
La campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri”, promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), ha raggiunto interessanti obiettivi tra i quali:
Vista la trasversalità del tema, sia per la tipologia di lavori sia per la tipologia di settori, i DMS devono essere oggetto di valutazione, prevenzione e azioni correttive in ogni azienda.
Come ha ricordato il presidente dell’Inail Franco Bettoni all’incontro conclusivo della campagna sui DMS, la sfida per la gestione dei disturbi muscoloscheletrici “parte da una corretta valutazione dei rischi, affrontando l’adattamento dei luoghi di lavoro, i processi di approvazione, le tecnologie collaborative, l’ergonomia fino ad arrivare ai cambiamenti veri e propri dei modelli organizzativi”.
Le norme di sicurezza nei luoghi di lavoro in relazione ai dolori muscolo-scheletrici (DMS) possono variare a seconda del paese e della professione, ma alcune misure comuni includono:
Come abbiamo approfondito in più occasioni, i nuovi scenari del lavoro hanno creato nuovi punti interrogativi alle procedure di sicurezza sui luoghi di lavoro, proprio perché con la digitalizzazione i luoghi di lavoro hanno cessato di essere solamente luoghi fisici, rendendo più complesso classificarne e gestirne i rischi.
Ne abbiamo parlato qui:
L’INAIL ha percepito l’urgenza di gestire questa situazione sempre più diffusa e ha annunciato, anticipandoli, che proprio di questi temi si occuperà la prossima campagna 2023-2025 “La sicurezza sul lavoro nell’era digitale” dell'EU OSHA, che ha l'obiettivo di sensibilizzare sull’impatto delle nuove tecnologie digitali sul lavoro e sui luoghi di lavoro e alle correlate sfide e opportunità in materia di salute e sicurezza sul lavoro (SSL).
Attualmente il tema sulla sicurezza sul lavoro nelle aziende digitali viene gestito come attività sedentaria che richiede lunghe ore davanti a uno schermo, ma oltre alle questioni muscolo scheletriche derivanti dalla sedentarietà c’è molto di più, come rischi legati alla cybersecurity e al furto di dati personali e/o aziendali e lo stress psicologico, l’iperconnessione, che possono essere affrontati non solo con delle “best practices”, ma anche con formule flessibili di lavoro come lo smart working o altre tipologie che permettono al lavoratore di conciliare i ritmi lavorativi e gli impegni personali con meno stress.
Il mondo del lavoro, oggi, è talmente complesso che ogni azienda può presentare anche più tipologie di dipendenti ognuna con un proprio ambiente di lavoro. Questi scenari, sempre più complessi, vanno affrontati in primis con una accurata valutazione dei rischi.
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