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Rischio-Ergonomico-e-invecchiamento-del-lavoratore--la-nuova-ergonomia

La campagna europea 2020-22 “Ambienti di lavoro sani e sicuri – Alleggeriamo il carico!” ha posto l’accento sul concetto di ergonomia sul lavoro e sul rischio ergonomia.

Partiamo dalle definizioni. L'ergonomia studia le relazioni tra la persona, gli strumenti di lavoro e l'ambiente circostante, al fine di migliorare la sicurezza, il comfort e l'efficienza dell'individuo. In particolare, l'ergonomia si concentra sulla prevenzione delle lesioni muscoloscheletriche, una delle principali cause di assenteismo sul lavoro e di disabilità nell'età adulta. L'importanza dell'ergonomia sul lavoro è spesso sottovalutata, ma diventa sempre più evidente con l'avanzamento dell'età. Infatti, a partire dai 40 anni, il corpo inizia a presentare segni di affaticamento, come dolori articolari, problemi posturali e fatica muscolare.

Qui l’approfondimento dedicato sul Nostro Blog.


Inoltre, per la prima volta, la disciplina di studio in ambito di ergonomia sul lavoro prende in considerazione anche gli aspetti psico-fisici delle persone. Infatti, in genere il lavoratore, invecchiando, aumenta la qualità del proprio lavoro (grazie a maggiori competenze ed esperienza) ma con un livello di performance un po’ in flessione (proprio per aspetti fisiologici), spingendo a una riflessione sull’adattamento delle mansioni in funzione dell’età e, soprattutto, all’universo del benessere organizzativo.

“Universo” proprio perché il benessere organizzativo è un tema vastissimo che prende in considerazione non solo il lavoratore nel suo ambiente produttivo, ma il lavoratore in tutto il suo ambiente, compresi i suoi stili di vita.

Abbiamo quindi affrontato tre concetti

  1. Rischio ergonomico
  2. Adattamento delle mansioni in funzione dell’età
  3. Benessere organizzativo

 

Rischio ergonomico

Il rischio ergonomico si riferisce a tutte le situazioni lavorative che possono causare stress fisico o psicologico ai lavoratori, a causa di movimenti ripetitivi, postura scorretta, sollevamento di carichi pesanti, esposizione a rumori, vibrazioni o temperature inadeguate.

Questo tipo di rischio può provocare problemi muscoloscheletrici, come mal di schiena o tendiniti, ma anche problemi psicologici, come stress, ansia e stanchezza mentale.

Ovviamente per prima cosa da fare, all’interno di un ambiente lavorativo, è la valutazione del rischio ergonomico in modo tale da conoscere quali sono le aree di miglioramento.

Per ridurre il rischio ergonomico, infatti l’unica arma efficace è la prevenzione.

Un esempio su tutti è certamente l'adozione di attrezzature ergonomiche, l'organizzazione di postazioni di lavoro confortevoli e la formazione dei lavoratori su pratiche sicure e corrette. Un’adeguata ergonomia può aiutare a prevenire problemi posturali come la scoliosi, il mal di schiena, la cervicale e la tendinite. Ad esempio, una postazione di lavoro con sedile e schienale ergonomico, supporto per i piedi e monitor a livello degli occhi, può ridurre la tensione muscolare e migliorare la postura del lavoratore.

Inoltre, l'ergonomia è fondamentale per la sicurezza sul lavoro, in particolare per le attività che implicano sollevamento di carichi, movimenti ripetitivi e lavori in posizioni scomode. L'ergonomia può aiutare a ridurre al minimo il rischio di lesioni, preservando la produttività del lavoratore.

 

Adattamento delle mansioni in funzione dell’età

L'adattamento delle mansioni lavorative in funzione dell'età è un processo mediante il quale le aziende cercano di garantire che i loro dipendenti siano in grado di lavorare in modo efficace e sicuro, nonostante il passare degli anni e l'invecchiamento.

Per utilizzare un paragone citato da Carlo Zamponi, consigliere nazionale di AiFOs, Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro, all’interno delle aziende ci possono essere mansioni tipo “calciatore” e tipo “cantante”: le mansioni “calciatore” non si possono più svolgere dopo i 36-38 anni e va pianificato un cambiamento delle mansioni per mantenere il lavoratore; le mansioni “cantante” invece possono accompagnare l’età, ma con lievi adattamenti come fare concerti con minore frequenza. Si tratta di una metafora che spiega bene come mansioni e responsabilità dei lavoratori possono essere adattate per rispettare i naturali limiti fisici e mentali che cambiano con l'età.

Non siamo sempre gli stessi ed è necessario cercare di adattare risorse umane e mansioni.

L'adattamento delle mansioni lavorative può includere l'utilizzo di tecnologie innovative, l'adozione di orari di lavoro flessibili e un maggiore supporto e formazione per aiutare i dipendenti più anziani a mantenere un alto livello di produttività. In questo modo, le aziende possono creare un ambiente di lavoro inclusivo e sostenibile per i lavoratori di tutte le età.

 

Benessere organizzativo

Questo paragrafo certamente meriterebbe un’intera letteratura. Per essere sintetici, possiamo dire che il benessere organizzativo si riferisce alla capacità di un'organizzazione di creare un ambiente di lavoro positivo e sano per i propri dipendenti. Si tratta di un insieme di pratiche e strategie che aiutano a garantire la soddisfazione dei lavoratori, la loro motivazione, la loro produttività e il loro sviluppo professionale e personale.

Tra le pratiche che favoriscono il benessere organizzativo ci sono la gestione del tempo, la promozione dell'equilibrio tra vita privata e lavoro, l'offerta di opportunità di formazione e l'adozione di politiche di tutela della salute psicofisica dei dipendenti.

Tradotto in termini concreti possiamo elencare alcune iniziative che si possono adottare:

  • creare opportunità di avanzamento di carriera e remunerazione,
  • attuare politiche di flessibilità e smart working per una migliore gestione del tempo,
  • eventi formativi orientati a promuovere corretti stili di vita e la salute,
  • formazione professionale,
  • favorire un clima positivo anche attraverso attività di team building,
  • programmi di movimento,
  • miglioramento della qualità e salubrità dei pasti che si consumano in ufficio o nella mensa aziendale,
  • destinazione di aree a relax…

Il benessere organizzativo è un tema molto complesso che richiede un’evoluzione della mentalità: il benessere organizzativo, infatti, riguarda sì la vita lavorativa ma anche quella non lavorativa come appunto la cura della salute individuale che avviene anche fuori dall’ambito professionale.

In sintesi, l'ergonomia diventa sempre più importante con l'avanzamento dell'età del lavoratore, in quanto aiuta a prevenire lesioni muscolari e posturali legate al lavoro e migliora la sicurezza e tutto l’aspetto psico-fisico del lavoratore. Investire su ambienti di lavoro ergonomicamente corretti può ridurre i costi sanitari, migliorare la qualità della vita e aumentare la produttività nel tempo.

Il primo passo, come abbiamo detto, è una valutazione dei rischi. Scopri come farla in modo completo scaricando gratuitamente questo pdf.

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Redazione Polistudio

Scritto da   Redazione Polistudio

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