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Infortuni-sul-lavoro-robot-e-cobot

La coesistenza nei luoghi di lavoro tra persone e macchine non è certamente una novità nel settore industriale italiano ed europeo. La novità è, però, la collaborazione tra le due entità vicine, e per il futuro si parla già di robot integrati con il corpo umano, come l'utilizzo degli esoscheletri.

Robot e cobot sono strumenti progettati per alleggerire e alleviare il carico di lavoro pesante riducendo le conseguenze a cui gli operatori sono esposti, come disturbi muscolo-scheletrici e altre malattie professionali correlate, appunto, all’attività svolta. C’è da considerare tuttavia che robot e cobot sono pur sempre macchine, dotate di strumenti tecnologici con una forza e una potenza non comparabile a quella umana; di conseguenza in caso di guasti, collisioni, cadute e in genere contatti con l’operatore è necessario accertarsi che non possano causare spinte, schiacciamenti, trascinamento e in generale cadute o lesioni al lavoratore.

Da queste premesse è intuibile quanto sia importate approfondire sulla valutazione del rischio infortuni sul lavoro robot – cobot correlati.

 

Infortuni sul lavoro robot e cobot

È riconosciuto che le statistiche sugli infortuni sul lavoro che hanno coinvolto robot industriali sono incoraggianti: tuttavia questi dati riguardano una tipologia di robot che lavorano all’interno di gabbie o aree delimitate separate dalle persone. Con i cobot non si mantengono le distanze.

La progressiva diffusione dei cobot (robot collaborativi) sta trasformando i metodi di lavoro nelle industrie: la coesistenza di persone e macchine è prassi comune e richiede una approfondita valutazione del rischio. Infatti, occuparsi di sicurezza in modo responsabile significa anche scendere in profondità nelle dinamiche di interazione tra uomo e cobot, con lo scopo primario di anticipare il presentarsi di criticità.

 

Approfondisci il tema anche su questi due articoli sul tema dei robot collaborativi:

 

Infortuni sul lavoro: i cobot necessitano di una regolamentazione generale europea

Una ulteriore riflessione è che il settore delle macchine è un pilastro dell’industria metalmeccanica in Italia e in Europa, conseguentemente è necessaria una regolamentazione generale. È necessario, infatti, capire se l’attuale normativa di riferimento, cioè la Direttiva Macchine, sia in grado di far fronte ai nuovi rischi originati dalle tecnologie emergenti e sia al passo con il progresso tecnologico.

È una questione che riguarda tutta Europa: l’evoluzione delle tecnologie potrebbe portare i singoli Stati a intervenire con normative particolari e differenti tra le varie nazioni con lo scopo di tutelare i lavoratori ma comportando un blocco nella circolazione e nel mercato delle macchine a livello europeo.

Si attende quindi per il 2022 un adeguamento della Direttiva Macchine, valida in modo uniforme in tutti i paesi, finalizzata a garantire un adeguato livello di sicurezza e rispondere alle evoluzioni che non sono solo tecnologiche, ma influiscono a 360 gradi sui processi produttivi.

 

Infortuni sul lavoro robot e cobot: la prevenzione parte dalla progettazione

  • Ripari fissi o mobili che impediscano l’accesso alle parti del robot non utilizzate nella lavorazione
  • Sensori di prossimità e contatto
  • Comandi automatici, manuali sia in prossimità che da remoto
  • Modalità automatica e manuale
  • Aggiornamenti del software
  • Intelligenza artificiale
  • Cybersecurity e protezioni dall’alterazione
  • Interfaccia semplice e immediata
  • Prevedibilità dei movimenti
  • Gestione dei guasti

Questi sono solo alcuni dei punti necessari alla corretta progettazione del robot collaborativo che al fine di creare un ambiente di lavoro sicuro deve essere costruito in modo tale da non determinare situazioni pericolose.

 

Arrivati a questo punto, è ormai chiaro a tutti che:

  • L’interazione uomo-cobot è una realtà
  • La tecnologia in costante evoluzione ci pone davanti a nuove sfide in termini di sicurezza
  • La Direttiva Macchine necessità di aggiornamenti a livello europeo
  • La complessità del discorso coinvolge anche i produttori di macchine.

La domanda che ci poniamo subito dopo è: cosa comporta tutto ciò, per le aziende?

Nonostante la questione sia molto complessa e anche in divenire, le aziende devono tutelare i propri lavoratori che già oggi lavorano con tecnologie evolute. Questo concetto è in primo luogo una questione di responsabilità: nei confronti del lavoratore che deve operare nel miglior contesto possibile, ma anche nei confronti del datore di lavoro che deve tutelare se stesso e l’azienda rispetto ad eventuali infortuni.

La risposta che possiamo dare ad oggi è: valutazione del rischio.

Identificare i rischi specifici dei lavoratori è il pilastro per l’adozione di protocolli e programmi di formazione utili a migliorare l’ambiente di lavoro.

Il primo passo per una corretta gestione del rischio è scaricare la nostra checklist gratuita per valutare gli step che ti mancano per una corretta e completa valutazione rischio macchine, robot e cobot!

 

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Lorenzo Baraldo

Scritto da   Lorenzo Baraldo

Direttore Tecnico. Dopo la Laurea in ingegneria meccanica (1999), ricopre il ruolo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione nella S.p.A. per la quale lavorava. Nel 2008 entra in una società di consulenza divenendo Responsabile d’area per il Nord-Est. Nel 2010 consegue la Laurea in Tecniche della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di Lavoro ed è oggi Docente a Contratto presso l’Università degli studi di Padova dove insegna Sicurezza nell’industria Manifatturiera al Dipartimento di Ingegneria Industriale e Rischio Meccanico al Dipartimento di Scienze CardioToraco-Vascolari e sanità pubblica. È autore di articoli per riviste specializzate e contribuisce alla redazione dei Quaderni della Sicurezza di AiFos.

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