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 - Aggiornato: aprile 2022 - 

Grande svolta in Italia a proposito di reati ambientali: finalmente il primo processo a livello nazionale per disastro ambientale. Reato che ha portato al rinvio a giudizio dei presunti responsabili e che rappresenta una conquista per chi lotta contro gli ecoreati, nonché un monito alle tante aziende italiane a sensibilizzarsi su questo tema e a tutelarsi anche grazie ad una consulenza ambientale corretta.

 

Disastro Ambientale Reato: dischetti di plastica sparsi nel mare

Febbraio 2018: in molte spiagge del Mar Tirreno, dalla Toscana fino alla Campania, vengono ritrovati milioni e milioni (130 per l’esattezza) di dischetti di plastica non biodegradabile, trasportati dalle onde del mare e depositati sulle spiagge. Un vero e proprio disastro naturale che di li a poco si sarebbe esteso anche alle coste di Francia, Spagna e Turchia e che avrebbe comportato anche la morte di 2 tartarughe marine.

I dischetti in questione altro non erano che filtri, sversati accidentalmente in mare a causa di un malfunzionamento del depuratore di acque reflue di Capaccio Paestum (comune in provincia di Salerno) e dovuto al cedimento strutturale di una vasca… fatto che conferma anche un altro noto problema italiano, l’inadeguatezza generale degli impianti di depurazione.

Legambiente e il progetto Clean Sea Life si erano mossi da subito per rimuovere i dischetti incriminati dalla maggior parte delle spiagge campane, coinvolgendo moltissimi volontari. Parallelamente però le due realtà ambientaliste avevano anche intrapreso un’azione di denuncia per individuare e punire i responsabili dell’accaduto…

Ora finalmente qualcosa si è mosso.

 

La svolta: richiesto il processo per reato ambientale

Sotto i riflettori di questo reato di inquinamento ambientale ci sono finiti il comune di Capaccio Paestum e un'azienda di trattamento acque. Allo stato attuale, il gup di Salerno ha rinviato a giudizio per disastro ambientale e inquinamento doloso 8 tra funzionari comunali e dirigenti della società.

Il fatto rappresenta una vera e propria svolta per il nostro paese, costituendo il primo vero e proprio processo per inquinamento delle acque marine. Un segno evidente che la legge 68/2015 (legge ecoreati) funziona e il rispetto dell’ambiente deve diventare a tutti gli effetti un principio portante nella gestione delle imprese.

A conferma della gravità della questione si sottolinea che in fase di udienza preliminare è stato richiesto e modificato l'iniziale capo di imputazione: da inquinamento ambientale a reato di disastro ambientale.

In più, di recente (1/12/2021) anche il CODACONS si è prima costituito e poi è stato ammesso come parte civile al processo.

 

Legge reati ambientali e modifica della Costituzione

Il rinvio al giudizio non è l'unico traguardo raggiunto dalla giurisprudenza italiana sulle tematiche ecologiche. La salvaguardia dell'ambiente infatti è stata introdotta come principio fondamentale della Costituzione il 9 marzo 2022 grazie alla Legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1, che ha modificato i precedenti artt. 9 e 41.

Abbiamo approfondito l'argomento in questo articolo: "La salvaguardia dell'ambiente entra nella Costituzione italiana".

 

Consulenza ambientale e Gestione rifiuti

L’attenzione delle aziende deve quindi essere rivolta anche alla valutazione di impatto ambientale delle proprie attività.

La consulenza in materia ambientale rappresenta un supporto irrinunciabile a livello di business. Non solo per evitare che si possa configurare ogni qual si voglia ipotesi di reato ambientale, con il rischio di ripercussioni legali sul piano civile, amministrativo o penale, ma anche per migliorare e ottimizzare i processi produttivi interni e cogliere nuove opportunità di business altrimenti sprecate.

L’esempio più comune è quello del riutilizzo come sottoprodotti, circostanza che permetterebbe ad un’azienda di gestire al meglio gli scarti di produzione riconfigurandoli come nuove risorse.

 

Qui trovi degli approfondimenti del nostro Blog su queste tematiche:

 

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Lorenzo Baraldo

Scritto da   Lorenzo Baraldo

Direttore Tecnico. Dopo la Laurea in ingegneria meccanica (1999), ricopre il ruolo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione nella S.p.A. per la quale lavorava. Nel 2008 entra in una società di consulenza divenendo Responsabile d’area per il Nord-Est. Nel 2010 consegue la Laurea in Tecniche della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di Lavoro ed è oggi Docente a Contratto presso l’Università degli studi di Padova dove insegna Sicurezza nell’industria Manifatturiera al Dipartimento di Ingegneria Industriale e Rischio Meccanico al Dipartimento di Scienze CardioToraco-Vascolari e sanità pubblica. È autore di articoli per riviste specializzate e contribuisce alla redazione dei Quaderni della Sicurezza di AiFos.

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